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06/11/2021Chi sono i foodies? Ne avete mai sentito parlare? Il digitale e i social hanno aiutato a rendere la passione per la cucina un’esperienza sempre più diffusa: oggi ci si informa sempre di più sul cibo attraverso il web. Si condividono e si scambiano sempre più opinioni attraverso i social.
I foodies in questo senso, non solo un fenomeno social ma un modo in cui raccontarsi. Osservando questo panorama si può notare come accanto al termine “food”, si sono diffuse una serie di declinazioni e concetti: food porn, foodie culture , foodies, foodblogger.
Chi sono i foodies?
Secondo Google Trends, il termine “foodies” ha iniziato a fare tendenza nel 2004. 16 anni – e milioni di foto condivise suInstagram – in seguito, i foodies sono aumentati e si sono consolidati come un gruppo di consumatori mainstream.
Foodies, è stato utilizzato per la prima volta nel 1084 da Paul Levy e Ann Barr all’interno del libro “The official foodie handbook” (1984): gli autori raccontano con questo termine una persona che ama profondamente il cibo: non è un gourmet professionista ma non è neanche uno che non ne capisce nulla. IIl cibo per un foodies è una vera e propria filosofia di vita. I foodies sono i buongustai, i ricercatori del gusto, i tratti peculiari dei foodies sono: l’amore per il cibo a 360 gradi, ma anche l’amore per tutto ciò che è legato alla tavola e alla cucina e per tutto ciò che è sapore, profumo, estetica e convivialità
Sono i seguaci della foodies culture: sono persone che mettono in scena e dimostrano un serio interesse per il cibo pur non essendo professionisti agro- alimentari. Per certi versi i foodies sono definiti dei moderni gourmet. Non è un espressione del tutto corretta. Il cibo non deve rispondere solo ad un criterio di bontà-qualità ma deve soddisfare prima di tutto criteri estetici.
Food porn
Un vero e proprio trend, ad oggi alla voce #foodporn su Instagram ci sono ben 258M di contenuti. Quali sono le basi di questo trend? Ciò che prevale nel concetto di food porn è un’attenzione per gli aspetti visivi del cibo. Una maggiore predilezione viene all’estetica del piatto, la presentazione attenta, la cura dei dettagli. Attenzione alla food photography: la scenografia del piatto che si esplica nell’attenzione alla luce corretta e alla preparazione del “set” fotografico.
Foodies culture
Dal food porn nasce la foodies culture: una sottocultura che si costruisce intorno al gusto. Le caratteristiche della foodies culture è che attira a sé persone che hanno una grande attenzione per la qualità del cibo, lo stile alimentare è per queste persone un modo per autodefinire e rappresentare il proprio sé. Generalmente nelle foodies culture si creano icone di riferimento che possono essere dettate dalla professionalità e dalle competenza come nel caso di chef stellati, i leader dei movimenti culinari e i food blogger.
Il quadrato semiotico dei foodies
Il quadrato dei foodies è stato presentato in occasione della Social Media Week di Milano 2015 da . Il quadrato è formato da quattro varianti in opposizione a due a due:
– la prima opposizione è istituzionale vs alternativa, ovvero un’idea di cibo e cucine già riconosciuta nella cultura verso la ricerca di piatti innovativi e modi di consumarli alternativi
– l’altra opposizione è resistenza vs aspirazione resistenza intesa come l’ergersi in difesa dei propri principi alimentari, di contro all’interesse per il cambiamento, a metà fra ricerca e moda.
I 4 modi di essere foodies
Veraci, la tradizione è sacra, estetica ha un valore frugale, i seguaci non sono sedotti dall’annuncio di nuove tendenze o ricerche alimentari.
Gourmet, si lascia sedurre dalle mode e dalle guide, l’autorità è riconosciuta nello chef, il canone guida è il buon gusto
Critical, è facile farsi guidare dalla sua sensibilità ecologica, interesse per le materie prime ed il processo produttivo, anti-industrialità.
Foodster, ama l’ironia e la contaminazione, la rottura del canone a discapito di una maggiore socialità
Qual è l’impatto sociale dei foodies?
La rivoluzione dei foodies ha influenzato in modo significativo la cultura odierna e molti dei consumatori oggi sono più “avventurosi” nelle scelte alimentari. Di conseguenza, i produttori di alimenti, i ristoranti e i negozi di alimentari devono riconoscere la crescente domanda di cibi di alta qualità, unici e deliziosi e di esperienze culinarie memorabili.
Da un lato i consumatori vogliono ampliano i loro orizzonti provando nuove proposte culinarie, ma dalll’altro apprezzano sempre di più i cibi green o km zero. Il desiderio di cibi completamente naturali e con un’etichetta pulita è, in parte, il risultato dell’influenza che i foodies hanno avuto sulla nostra cultura. La domanda green è in costante crescita: aumentano sempre di più gli acquisti legati alle etichette da claim che rimandano a un’agricoltura amica dell’ambiente e a modalità di allevamento sostenibili, con claim come “biologico”, “senza OGM”, “100% ingredienti naturali”, “senza antibiotici”, “filiera/tracciabilità”.
Che cosa sono le etichette green? Un’etichetta alimentare pulita fa riferimento ad un cibo pulito, che ha relativamente pochi ingredienti e conservanti e che fornisce informazioni adeguate sugli ingredienti caldi come zuccheri e sodio. Secondo C+R Reasearch il 69% delle persone afferma che leggere le etichette degli alimenti influenza le proprie decisioni di acquisto: la scelta di cibi sani diventa sempre più una priorità per la maggior parte dei consumatori.
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