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18/01/2021Fashion system: circolarità e sostenibilità sono i nuovi trend, è proprio così? Abbiamo avuto qualche anticipazione già nella seconda metà del 2020, l’attenzione della moda e del fashion system si è spostata sugli asset digitali, sarà così ancor di più in questo nuovo anno, con una forte attenzione ai nuovi trend: circolarità e sostenibilità.
Il 2020 è stato l’anno in cui molte aziende del fashion system hanno visto rimodellare i modelli di business, porre maggior attenzione alla comunicazione sia attraverso una fruizione maggior delle piattaforme social sia cercando di veicolare le nuove tematiche “care” al nuovo target. Gen Z e Millennials spingono l’attenzione e il sostegno alle cause sociali e la sostenibilità del prodotto realizzato.
Fashion system e sostenibilità: il Fashion Pact
La moda è uno dei settori che contribuisce maggiormente all’inquinamento di aria e oceani. Secondo la Ellen Macarthur Foundation, riferimento del settore per la tematica circolarità, l’industria tessile aggiungerà 22 milioni di tonnellate di microfibre all’oceano entro il 2050 ed contribuirà ad aumentare l’emissioni di anidride carbonica dal 2% al 26%.
Ad esempio la coltivazione del cotone che compone la maggior parte dell’abbigliamento femminile, maschile e quotidiano richiede un ingente investimento d’acqua: crescere un kilo di cotone richiede circa 10 mila litri di acqua, processarla per trasformarlo in una t-shirt e in un jeans ne richiede il doppio. Una richiesta troppo elevata, per fermarla occorrerà prima di tutto cambiare i modelli di business.
La corsa all’ultimo capo griffato o di tendenza, che cosa alimenta? Saper rispondere ai trend del momento per le aziende del fast fashion, significa avere un’elevata disponibilità di merce, aumentare i ritmi di produzione a discapito di lavoratori e ambiente. Ma non sono: alimenta e produce una quantità spropositata di rifiuti, vestiti e capi di abbigliamento ritenuti dai consumatori fuori moda o vetusti che vengono archiviati dagli outfit quotidiani e gettati nella spazzatura.
I big del fashion system e del lusso, già prima della pandemia, aveva raccolto le richieste di rivedere il fashion system, di mettere al centro il pianeta e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Il 26 agosto 2019, in occasione del vertice del G7 di Biarritz, 32 aziende leader mondiali nel settore della moda guidate da François-Henri Pinault, Presidente e CEO di Kering hanno formalizzato il Fashion Pact: l’impegno dei grandi della moda a rispettare il pianeta.
Il Fashion Pact riunisce una coalizione di aziende globali leader del settore della moda e tessile (ready-to-wear, sport, lifestyle e lusso), oltre ai fornitori e distributori, tutti impegnati al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi e focalizzati su tre aree principali: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.
La news integrale su www.kering.com
Fashion system e circolarità: il Circular Fashion Report
Nel nuovo “Circular Fashion Report 2020” vengono raccontate le prospettive di un moda più sostenibile. È possibile parlare di Circular Fashion? Sì, sfruttando il digitale il fashion system ha un potenziale di 5 trillioni di dollari.
Come? Attuando il passaggio dall’economia lineare a un modello circolare, in cui innovazione e digital trasformation sono i driver per un sistema più etico ed in grado di mutare l’attuale meccanismo “usa e getta” su cui si basa il fast fashion. Comprare meno e meglio: è questo l’imperativo della nuova moda circolare. Come la moda può davvero diventare sostenibile? Non esiste una solo risposta, ma una parte importante dell’approccio ad una moda sostenibile viene giocata dalla catena produttiva del fashion system, facendo attenzione al design del prodotto, alla scelta dei materiali e il loro riuso, ed infine al processo di distribuzione. Come farlo in modo sostenibile?
Design
Eco-friendly sarà la parola d’ordine che deve guidare designer e stilisti nella progettazion di abiti ed accessori. Che cosa significa questo? Utilizzare materiali di qualità così da aumentare la durata e longevità nel tempo. Parlemo ancora di capi trend e must have di stagione? Forse sì o forse o. L’obiettivo sarà quello di avere capi “ibridi” non legati alla stagionalità o ad un messaggio così che possano essere visti come un capo con uno stile senza tempo.
Produzione
Quali materiali scegliere? L’attenzione sarà sulla riciclabilità e biodegradabilità dei tessuti e delle fibre; materiali di altissima qualità e con una componente di sostanze tossiche vicino allo zer. L’obiettivo è sempre quello di minimizzare l’impatto sull’ambiente e sui lavoratori. Come produrli? Con metodi di produzione all’avanguardia, impianti intelligenti attenti al consumo di energia e alla generazione degli sprechi. Sarà poi un’ulteriore compito del designer o degli uffici marketing capire come gestire lo scarto prodotto.
Uso & Riuso
Avete già sentito parlare di Fashion Renting? Ebbene si, anche nella moda arriva la sharing economy con l’affitto dei capi di abbigliamento. Prezzi contenuti alla portata di tutti, rispetto dell’ambiente e sostenibilità.
Ma se guardiamo il settore del lusso, qualcosa sta già cambiando: negli ultimi mesi, causa lock-down si è consolidata una nuova modalità di consumo quella degli acquisti di “second hand online” di beni di lusso firmati. Un boom delle vendite (strano e inaspettato) ma che a ben vedere si allinea alla nuova logica di economia circolare: fare scelte più sostenibili, risparmiando e senza sacrificare la qualità. Sembra essere finita l’era dell’accumulo di vestiti nell’armadio o di lunghe code fuori da negozi? Staremo a vedere.
Che cosa ne pensano gli stilisti e i designer Made In Italy? Vi invito a leggere le interviste del format Fashion System 2020 di The Fashion Colors, in cui gli esperti del settore raccontano quali saranno le sfide della moda del futuro.
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